06/07/12. Continua la “corrispondenza”, non certo “d’amorosi sensi”, fra il consigliere comunale Roberto Scalfari ed il capogruppo “Uniti per la Rinascita”, Lucio Ruffa, che, stanco della polemica e certo di aver già “più volte invitato il consigliere a chiarire il sostanziale allontanamento dalle linee programmatiche della maggioranza” senza aver mai ricevuto una risposta, taglia corto sulle motivazioni che lo hanno spinto a chiedere l’espulsione di Scalfari dal suddetto gruppo di maggioranza e, senza tanti preamboli, precisa, “sic et simpliciter” che, l’atteggiamento tenuto dal consigliere subito dopo le vicende che hanno riportato il gruppo di Gaetano Vallone al posto che il popolo gli aveva assegnato, unitamente al suo chiaro ed effettivo distacco dal gruppo di maggioranza “UplR”, nonché l’astio pubblicamente dimostrato verso chi aveva deciso, insieme a lui, di partecipare ad una difficile competizione elettorale sono le conseguenze della scelta del primo cittadino di avergli negato non solo l’ambita poltrona di vice sindaco, ma, a dire del capogruppo Ruffa anche un eventuale e quasi preteso mandato di assessore, facendo di una scelta politica, come quella del primo cittadino, attenta ai bisogni della comunità ed alle attitudini naturali dei singoli componenti della Giunta una questione personale, e, dimostrando di badare poco ai fatti e molto alle apparenze, ha deciso di rifiutare, due importantissime deleghe, quella sul Porto di Tropea e quella agli affari sociali.
A Scalfari che lo offende parlando di illiberalità oltre che di poca democrazia Lucio Ruffa ricorda che “C’è una regola che non si trova scritta in nessun regolamento comunale o statuto: è la regola della coerenza morale, il regolamento della logica politica, che il consigliere Scalfari non ha considerato nella sua presa di posizione e che gli ha regalato l’espulsione dal gruppo.” Lucio Ruffa, nell’idea che chi si schiera apertamente partecipando alle competizioni elettorali debba sempre aver chiaro e presente il principio cardine della sua decisione, e presupponendo che le scelte di un gruppo debbano necessariamente essere condivise da tutti i componenti, parla di democrazia, amore per la polis e spirito di servizio oltre che di sacrificio, come dei sentimenti che, unici, possono portare un qualunque amministratore a scegliere sempre il bene della comunità, dimenticando ambizioni personali, velleità ed atteggiamenti da “prima donna” ferita.
“La politica è altra cosa consigliere Scalfari, -ammonisce Lucio Ruffa- almeno per come la intendiamo noi. Pretendere che le 260 schede indicanti il suo nome debbano essere pensate come capacità ed attitudini politiche, è un concetto che appartiene a vecchie concezioni lontane dall’amore per il territorio che noi amministratori “serviamo”. Le posizioni del consigliere Scalfari su IMU e tassa di soggiorno, la velenosa campagna di denigrazione, a dire di Lucio Ruffa condotta, e forse, magistralmente diretta da altri, sulla vicenda dei tributi pagati in ritardo, così come altre “fumose” questioni, non sono indice di scelte politiche consapevoli e l’obbedienza acritica di cui, “forse usando parole non sue” il consigliere accusa la maggioranza, è in realtà fiducia incondizionata “nell’uomo Vallone” ed umiltà davanti all’esperienza ed alla consapevolezza di chi avrebbe solo potuto insegnare al giovane consigliere l’arte della vera politica ed il “gusto” della sana amministrazione, priva di aggiunte e pesticidi.
Cecilia Fiamingo