29/06/12. Richiesta di sospensiva accolta, per un risparmio di oltre un milione di euro che eviteranno conseguenze devastanti per le casse comunali. È stato infatti accolto a pieno titolo dalla sezione civile del tribunale di Vibo Valentia il ricorso presentato dal Comune di Ricadi nei confronti dell’efficacia esecutiva di due cartelle esattoriali notificate da Equitalia quali corrispettivi dovuti all’Ato 4 per attività di gestione e manutenzione degli impianti di depurazione presenti sul territorio e risalenti agli anni 2004, 2005 e 2006. Una grande vittoria, quella della sospensione dei pagamenti, considerata l’importanza della gestione dei depuratori, ma soprattutto tenuto conto delle somme che il Comune di Ricadi avrebbe dovuto versare. Una somma spropositata che ammonta, sommando le due cartelle di pagamento, a oltre un milione e 224 mila euro, che sarebbero lievitati fino al milione e quattro tra interessi, more e spese di notifica. Già molti mesi fa il Comune di Ricadi si era opposto, affidando l’incarico legale all’avvocato Salvatore Vecchio, all’efficacia esecutiva delle cartelle esattoriali, che prevedevano, tra l’altro, il pignoramento delle somme richieste attraverso la riscossione di altre entrate comunali.
La richiesta di sospensione, secondo quando disposto dal giudice nella sentenza depositata il 13 giugno scorso, sarebbe stata <concessa in presenza di gravi motivi> tra cui <il pregiudizio patrimoniale –recita la sentenza – che potrebbe derivare>, in considerazione del <pagamento di una somma di denaro di ingente importo, la cui escussione sarebbe suscettibile di determinare una situazione di dissesto finanziario> per il Comune di Ricadi. Il giudice Anna Rombolà, inoltre, ricorda come sia stata riconosciuta dalla Corte di Cassazione che la tariffa del servizio idrico integrato, così come le quote per lo scarico e la depurazione si configurino <come corrispettivo di una prestazione commerciale complessa> e non prevede alcuna <natura tributaria> né, tantomeno <la riscossione attraverso lo strumento del ruolo>. In poche parole non è una tassa e non può essere riscossa come tale. Un sospiro di sollievo per l’ente, ma anche una grande soddisfazione da parte del primo cittadino che si è sempre opposto al pagamento di un servizio che non è stato ben distribuito. <Il Comune – ha spiegato il sindaco Pino Giuliano – ha da una parte fatto opposizione presso il tribunale, mentre dall’altro ha deciso di chiamare ai danni l’Ato per la gestione disastrosa dei nostri depuratori. È una sentenza di enorme importanza perché eviterà il tracollo finanziario di un Comune già fortemente indebitato che, a breve, non avrebbe neanche potuto assicurare il pagamento degli stipendi ai propri dipendenti. È una sentenza che da ragione – prosegue soddisfatto – ad un modo di fare politica che intende pagare i servizi quando questi vengono erogati e che ci incoraggia ad andare avanti nella gestione oculata, quanto corretta del nostro Comune, per proseguire sempre meglio l’opera di risanamento finanziario che certamente, adesso, continuerà con maggiore serenità>.
Poi c’è l’aspetto politico, che da merito ad un’amministrazione che ha posto in prima linea la gestione degli impianti di depurazione, battendosi in maniera decisa contro la precedente gestione delle Ato, e che ha saputo mantenere uno degli aspetti prioritari del programma elettorale presentato da Giuliano.
Con l’accoglimento del ricorso predisposto dal Comune non solo si eviteranno conseguenze disastrose per la comunità, alla quale di fatto rientrano oltre un milione di euro, ma probabilmente si creerà un importante precedente che incoraggerà altri enti a battersi contro un sistema non sempre equo.
Viviana Mazzocca