16/06/12. Ha fatto da apripista l’Assessore alla cultura, bilancio e turismo del Comune di Polia, dott. Domenico Amoroso, con due missive indirizzate, rispettivamente al presidente della Regione Calabria, on. Giuseppe Scopelliti, anche in qualità di Commissario delegato per l’emergenza idrogeologica in Calabria, ed al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, prof. Corrado Clini, per rappresentare l’enorme disagio che vive la popolazione di Polia a seguito della frana di un costone di montagna che, dilavando parte della sp n° 46 ha, di fatto, isolato la frazione Trecroci e la contrada Lia dal resto del Comune e reso particolarmente difficili i contatti con i centri vicini.
La sua accorata richiesta non è rimasta inascoltata.
Nei mesi successivi al nefasto episodio, verificatosi nel lontano febbraio del 2010, l’Amministrazione provinciale, ed il Presidente ing. Francesco De Nisi in prima persona, è intervenuta realizzando una bretella alternativa per i mezzi non pesanti, mentre in seno al Consiglio regionale, l’on. Bruno Censore ha rivolto un’interrogazione al Presidente Scopelliti al fine di ottenere notizie in merito al mancato avvio dei lavori di recupero del costone di località Ponte Scuro, oggetto di Accordo di Programma tra Ministero e Regione “per la mitigazione del rischio frana e idraulico nella frazione Trecroci” con cui venivano stanziati 700.000 euro con fondi ex articolo 2, comma 240, della legge n. 191 del 2009 e Fas 2009-2013.
Nei giorni scorsi il caso è approdato in Parlamento, in quanto il già Sottosegretario di Stato ai Lavori Pubblici e Vice Ministro alle Infrastrutture e Trasporti, on. Mario Tassone, ha rivolto un’interrogazione a risposta orale (n° 3/02323) al Ministro Clini, di cui a breve si attende risposta, per conoscere le ragioni per cui, a distanza di più di 2 anni dal verificarsi dei citati fenomeni, nessuna opera materiale è stata posta in essere, mentre “la popolazione locale continua a vivere una incresciosa situazione di disagio, rimanendo di fatto isolata dal contesto territoriale.Oggi il paese -ha proseguito Tassone- e l’intero comprensorio di Polia vivono indicibili disagi, che vanno dall’impossibilità di raggiungere i luoghi scolastici e le strutture sanitarie più vicine, all’enorme difficoltà per i mezzi pesanti, commerciali e di soccorso di svolgere le loro normali funzioni, al ridimensionamento di ogni attività economica presente a cui si accompagna l’ancora ben fondata paura per la popolazione di nuove frane che possano metterne a repentaglio addirittura l’incolumità, contrassegnando così un inarrestabile declino per una comunità che non merita tutto questo, ancor di più nel silenzio delle istituzioni, cosa che ad avviso dell’interrogante è inaccettabile per un Paese civile. E’ necessario -ha concluso l’onorevole- un intervento chiaro e urgente per risolvere la problematica in questione e ridare dignità ad un’intera comunità che da anni subisce fortissimi disagi e soffre le difficoltà di un isolamento sia viario che economico e che lamenta un incomprensibile abbandono da parte delle istituzioni.”
Nel dibattito s’inserisce a pieno titolo l’impegno profuso, nel corso di questi due anni e mezzo, dal Vicesindaco ed Assessore ai Lavori Pubblici, Urbanistica e Protezione Civile del Comune, geom. Giuseppe Galati che, nei giorni scorsi, a seguito di una serie di contatti diretti con il Commissario straordinario delegato all’emergenza idrogeologica in Calabria, dott. Domenico Percolla, ha redatto un manifesto pubblico comunicando l’avvio dell’iter progettuale da parte del Soggetto attuatore e dando contestualmente notizia della conferma del finanziamento di 700.000 € per Polia, come da deliberazione Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) già pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
“Non resta che procedere, e celermente” – ha concluso l’Assessore Amoroso – ringraziando nuovamente quanti hanno dimostrato e dimostrano di avere a cuore la soluzione del caso, “con la definizione del progetto esecutivo e con il consequenziale immediato avvio dei lavori per restituire dignità ad una popolazione afflitta da una catastrofe naturale che, inevitabilmente, si è riverberata sulla vita quotidiana dei poliesi, condizionando, in negativo, lo stile di vita di una comunità fatta di gente perbene, di cittadini operosi e quanto mai tolleranti e pazienti.”
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