A Vibo chiude l’Italcementi…e non solo!

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08/06/12. L’ennesima pagina nera per la provincia di Vibo Valentia si chiama Italcementi. Una pagina scritta da tempo e tenuta sotto silenzio ma di cui tutti parlavano tranne chi di dovere. Ormai si prende atto giorno per giorno che siamo un territorio a rischio serio di scomparsa e non sempre per colpa della crisi economica a cui magari si vorrebbe far ricadere la colpa.

Si può fare tranquillamente l’elenco delle “tragedie” che colpiscono e colpiranno il nostro territorio senza essere maghi o veggenti ma avendo solamente il senso della realtà che la classe dirigente politica e sindacale di questo territorio, e non solo, ha perso come ha perso anche il senso di attaccamento al territorio stesso. Italcementi, Pignone, negozi che abbassano le saracinesche in continuazione, piccoli artigiani che non riescono a sbarcare il lunario, operatori turistici falcidiati dalla crisi, emigrazione ripresa a pieno ritmo come anni fa. Facile farsi promotori di questa o quella battaglia. Facile andare tra gli operai con mille promesse. Facile gridare allo scandalo per una chiusura che solo un cieco non aveva previsto. Ma la colpa è solo vostra cari amministratori. La colpa del fallimento di questo territorio è solo pura miopia politica e disinteresse generale per quanto accade nelle famiglie. La paventata chiusura dell’Italcementi è solamente la punta di un iceberg ma voi, cari amministratori tutti, non vedete nemmeno questa che affiora così imponente dall’acqua. Voi che fate solo passerelle e propaganda non sapete cosa significa vivere con la paura di non poter arrivare a domani.

Questa chiusura rappresenta l’ennesimo fallimento di questa classe politica troppo impegnata a star seduta sulla poltrona invece di rappresentare realmente i bisogni di chi li ha eletti. A qualcuno forse fa addirittura più comodo avere qualche disoccupato in più, a bussargli alla porta, per creare bacini nuovi di voti. Perché si sa che chi ha un lavoro difficilmente può essere vittima di ricatti tipo “do ut des” al contrario di chi invece è costretto a farlo per mantenere la propria prole. Siamo in un territorio dove mancano completamente le generazioni dei giovani dai 18 ai 35 anni costretti ad emigrare pur di non svendere la dignità conquistata dai loro genitori che avevano deciso di rimanere per cambiare le cose.

Un duro colpo si abbatterà sulla fragile economia basata sui pochi posti di lavoro e sui tanti favori. Un duro colpo che si può evitare solamente con la lotta dei lavoratori uniti ma senza chiedere favori ai politici di turno perché il lavoro è un diritto e il dovere della politica è quello di mettere in pratica questo diritto.

In tutto ciò il nostro senatore Bevilacqua tace, sicuramente ha speso più energie nella proposta di legge per l’abolizione del reato di apologia del fascismo o più recentemente è stato impegnato a votare lo scandaloso disegno di legge per la riforma del lavoro. Da cui si evince che a lui se un povero operaio perde il posto di lavoro, proprio in questo periodo di crisi, non glie ne frega niente. Magari davvero spera di ritrovarselo poi in ufficio a elemosinare qualche favore per poter tirare avanti la famiglia e dar da mangiare ai figli. In questo modo si garantirebbe di sicuro almeno un paio di voti in più per garantirsi una sua nuova, inutile e passiva, elezione al senato.

Ma non solo lui tace, non fiata l’assessore al lavoro alla famiglia ed alle politiche sociali Stillitani, che evidentemente non ha ben compreso qual è il suo ruolo: che non è di sicuro impegnarsi a distruggere e demolire questi campi di cui invece si dovrebbe occupare ed in un territorio come il nostro si dovrebbe preoccupare di risanare e migliorare.

Il presidente provinciale De Nisi, pronto a battagliare contro la chiusura della provincia ma muto quando si tratta di preservare il posto di lavoro degli altri! Adesso come farà a far costruire la discarica a San Calogero dove voleva si producessero ecoballe da bruciare poi negli altiforni?

Ed il signor sindaco? Ha dimenticato la gita in Basilicata per “fiutare” se bruciare spazzatura nei forni dell’Italcementi avrebbe fatto male ai suoi concittadini?

I soliti Comunisti che gridano al vento non fanno aprire gli occhi e non fanno preoccupare nessuno.

Nicola Iozzo

Comitato regionale PdCI – Segretario sezione PdCI/Vibo Valentia

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