03/06/12. Dopo il sequestro dell’invaso dell’Alaco, i volontari del gruppo comunale di Protezione Civile, con l’ausilio di un autobotte privata, già da giorni stanno offrendo il loro personale aiuto ai cittadini serresi impossibilitati all’approvvigionamento di acqua potabile.
Sono moltissimi infatti i serresi, anziani, disabili, ecc., che per procurarsi acqua potabile, dovrebbero recarsi presso i comuni limitrofi non serviti dal lago Alaco.
Nonostante la situazione non risulti ancora sotto controllo, dall’ultimo provvedimento comunale adottato in merito dal sindaco Rosi, si deduce che non c’è da preoccuparsi in quanto l’inquinamento che riguarda l’acqua fornita da Sorical è di natura batteriologica e pertanto può essere consumata se bollita. Gli amministratori comunali non erano però pienamente convinti il 26 maggio scorso, quando l’ordinanza comunale (n. 17) vietava l’utilizzo umano del liquido proveniente dall’Alaco.
Col provvedimento successivo, datato 28 maggio, il sindaco Rosi ordina «il divieto all’uso dell’acqua potabile in tutto il territorio ad esclusione delle località servite dai serbatoi comunali» rassicurando i cittadini inoltre sull’uso domestico del liquido previa bollitura.
Le discrepanze tra il lavoro della Procura e i provvedimenti da parte dei politici sembrano essere molte. Infatti, vi sarebbero persone indagate per «avvelenamento colposo di acque», attribuzione di reato che non avrebbe ragion d’esistere se lo stesso fosse solo di natura batteriologica.
Il gruppo volontario della Protezione Civile, coordinato da Cosimo Malvaso e Antonio Carnovale, condurrà servizio di approvvigionamento dell’acqua a favore dei cittadini fino a che non sarà decretato l’epilogo dell’emergenza idrica.
A causa del monopolio del servizio idrico da parte di Sorical, ad oggi, altri 57 serbatoi idrici dislocati in 3 diverse province, sono sotto sequestro a causa della dipendenza dall’Alaco.
Bruno Greco