” ( … ) L’ uomo che ritorna dalla Breccia nel Muro non sarà mai proprio lo stesso dell’ uomo che era andato: sarà più saggio ma meno presuntuoso, più felice, ma meno soddisfatto di sè, più umile nel riconoscere la sua ignoranza, eppure meglio attrezzato per capire il rapporto tra parole e cose, tra ragionamento sistematico e Mistero insondabile che egli cerca, sempre invano, di comprendere. “
Queste frasi, profonde e dal significato un pò misterioso, sono tratte dal famoso libro di Aldous Huxley LE PORTE DELLA PERCEZIONE. Un libro che ha influenzato generazioni di giovani in tutto il mondo per l’ argomento in un certo senso ” rivoluzionario ” che tratta e per l’ esperienza diretta che l’ autore ha avuto e che poi è stata interamente trasferita nelle sue pagine. Come il titolo stesso del libro suggerisce, in esso si parla di visioni e di percezione ultrasensibile, di mondi altri e di dimensioni al di là di quella spazio – temporale normalmente conosciuta le cui ” porte ” possono, non solo essere aperte, ma addirittura spalancate dai canali percettivi umani. Con le sue esperienze raccontate in questo libro, Aldous Huxley è stato forse uno dei primi autori a far conoscere il rito sacro praticato da acune tribù indios del Messico riguardo l’ uso del ” Peyotl ” il fungo allucinogeno che, in chi lo ingerisce, produce estasi e visioni spalancando le porte più segrete e sconosciute della percezione umana e sovrumana. Gli indios del Messico ne fanno uso da tempo nelle loro cerimonie paganizzanti per stimolare, appunto, la facoltà di percepire ciò che non è di questo mondo. Ecco cosa descrive ancora l’autore dopo aver consumato il ” Peyotl “: “( … ) Tutto sembrava possedere una luce interiore. Una torre gotica fu sostituita da una montagna, un picco di inconcepibile altezza, un colossale artiglio di uccello scolpito nella pietra e proiettato sull’ abisso. Alla fine vi fu la visione di onde verdi e purpuree che si infransero su una spiaggia con miriadi di luci della stessa tinta delle onde. Questi sono, nella loro atmosfera di luce preternaturale, di colore preternaturale e di significato preternaturale, il materiale di cui sono fatti gli antipodi della mente.” La percezione e la visione di ciò non può che riportare all’ età dell’ innocenza dell’ uomo, all’ epoca dei miti che spiegano il mondo terreno e ultraterreno: ad Adamo ed Eva nel Giardino dell’ Eden prima di avere coscienza e conoscenza del Bene e del Male e alle mitiche Età dell’ Oro di tutti i popoli del pianeta. Aldous Huxley giunge ad una verità quasi rivoluzionaria e cioè: che gli artisti di ogni epoca hanno creato mirabili opere d’ arte, nella scultura, nella pittura, nell’ architettura, nella letteratura, nella musica, perchè per loro ” le porte della percezione ” sono state sempre aperte su questa dimensione preternaturale ( di conoscenza intuitiva di altri mondi ) in modo del tutto naturale senza bisogno di far uso di allucinogeni o di sostanze alteranti del sistema nervoso come invece accade per le persone ” normali ” ! Perciò, i popoli primitivi e gli artisti di ogni tempo e paese sono accomunati da questa specie di ” dono divino ” dello spirito, della mente e della capacità dell’ essere di avere una percezione delle cose e dell’ Universo che va sempre oltre i confini dello spazio – tempo !
Al libro LE PORTE DELLA PERCEZIONE di Aldous Huxley si è ispirato il famoso gruppo rock dei DOORS ( LE PORTE ), non solo per il nome della band, ma anche e soprattutto per i testi delle canzoni e per il tipo di musica completamente nuovo e rivoluzionario sulla scena del tempo ( anni sessanta del secolo scorso ). Il cantante e leader dei DOORS, Jim Morrison, ha, diciamo così, ” incarnato ” con il proprio stile di vita la figura dell’ artista, le cui porte della percezione si sono spalancate senza difficoltà e lo hanno lasciato passare oltre. Il suo modo di esibirsi dal vivo, il suo modo di cantare ( graffiante, penetrante, sensuale e spesso inquietante e misterioso ), il suo essere come in estasi o come uno spirito evocatore di dimensioni insondabili hanno trasformato ogni concerto dei DOORS in una specie di ” rito sacro o misterico ” con folle di giovani in delirio per la musica tagliente, ossessiva, graffiante, trascinante e coinvolgente portatrice di età dell’ oro perdute per l’ uomo. La morte prematura di Jim Morrison, in circostanze piuttosto misteriose, ha fatto di lui un mito e una leggenda la cui eco non si è mai spenta. In uno dei pezzi più famosi dal titolo BREAK ON THROUGH ( TO THE OTHER SIDE ), APRI UN VARCO ( NELL’ ALTRA DIMENSIONE), egli cantava: ” Tu sai che il giorno distrugge la notte / la notte divide il giorno / ho cercato di correre / ho cercato di nascondermi / apri un varco nell’ altra dimensione / sì apri un varco nell’ altra dimensione. ” E forse apriva veramente un varco, per chi lo ascoltava in visibilio, su mondi lontanissimi eppure dentro ciascuno di noi.
Francesca Rita Rombolà