21/04/12. Vi è un elemento “paesaggistico” quasi sempre presente lungo le strade calabresi, vibonesi in particolare: le cunette letteralmente intasate da erbacce. Questo elemento fa ormai parte, da decenni, del paesaggio tipico calabrese. Noi che viviamo in questa magnifica terra siamo abituati a vedere le nostre “cannalette” combinate in questo modo; non ci facciamo più caso, anzi, ci meravigliamo le poche (anzi pochissime) volte che ci capita di vederle pulite. Ma chi si reca in Calabria saltuariamente o per la prima volta non può non rimanere colpito da questo spettacolo. Le cunette calabresi sono così intasate che in certi tratti di strada le erbacce si sono impadronite di parte della carreggiata e, in altri tratti, tra le erbacce sono addirittura cresciuti arbusti così alti e corposi che per tagliarli bisognerebbe adoperare le ruspe che si usano per il disboscamento della foresta amazzonica. Prendiamo, ad esempio, il territorio di Drapia. Qui le cunette delle strade di competenza comunale sono decenti. Ma quelle di competenza provinciale fanno venire i brividi. E’ imbarazzante l’esito che produce la totale mancanza di manutenzione per 11 mesi l’anno. Non ci credete? Date un’occhiata alle foto che abbiamo scattato ieri lungo la provinciale 17, strada che-appunto- attraversa il comune drapiese e porta dalla bellissima Tropea verso l’entroterra. Dovrebbe essere una strada ben curata: è un’arteria realmente importante, soprattutto per il turismo; i suoi tornanti incastonati nel versante, con Tropea ai piedi di questo rilievo, rendono infatti il panorama che si può ammirare percorrendola di incomparabile bellezza. Peccato che le cunette di questa strada, specie in alcuni punti, siano in uno stato pietoso (e non solo le cunette). Nelle foto che trovate in basso (scattate nei pressi di Caria) potete verificare quanto vi ho appena detto e ammirare l’altezza delle piante (anzi degli alberi) cresciuti ai bordi della strada (il nostro Francesco, il ragazzo fotografato accanto agli arbusti, è alto un metro e ottanta, quindi queste schifezze superano i due metri e mezzo). Il pericolo da esse rappresentato è evidente, soprattutto per coloro (numerosi in primavera ed in estate) che percorrono la strada a piedi, correndo o in bicicletta. L’amministrazione provinciale inizierà a breve (LEGGI ARTICOLO DI IERI) la mappatura digitale delle strade di sua competenza con delle auto dotate di telecamere e sensori. Probabilmente si incepperanno di fronte a questo spattacolo così vergognoso. Mi auguro di cuore che questa mappatura serva a qualcosa, che poi si passi all’azione, ma -considerando il passato- ho forti dubbi che ciò possa accadere e credo che non ci vogliano le auto spaziali per risolvere questo problema. La Provincia finora ha fatto tagliare queste erbacce solo una volta l’anno, solitamente a luglio; poi, per undici mesi, la manutenzione è quasi del tutto inesistente. Mancano i soldi, almeno così dicono, così ripetono. Ma io non ci credo. E non credo neppure che questi soldi vengano fuori dopo la mappatura con le auto infernali. I soldi, alla Provincia (E NON SOLO ALLA PROVINCIA: CHI HA ORECCHIE PER INTENDERE INTENDA) li trovano quando si tratta di affrontare spese evitabili; quando si tratta di finanziare: opere inutili (se non dannose), colate di cemento, movimentazione di terreno assurde, incarichi esterni, assunzioni incomprensibili, etc. La spesa del Personale della Provincia di Vibo Valentia è più alta di quella del Pentagono. Tanto per dirne una: pensate che, pur disponendo di decine e decine di unità di personale, gli amministratori provinciali vibonesi talvolta danno incarichi esterni per migliaia di euro. Che tristezza. E pensare, tanto per dirne un’altra e rimanere in tema manutenzione delle cunette, che in Calabria esistono 11 mila operai forestali (in Lombardia sono dieci volte meno con un’estensione territoriale nettamente superiore). Ma è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che riuscire ad adoperare questa immensa ed enorme forza lavoro almeno per tenere pulite le cunette.
Insomma, ogni commento è superfluo: parla l’evidenza, parlano i dati, parlano i fatti.
E intanto il degrado aumenta.
La disoccupazione aumenta.
I giovani scappano.
Il merito viene calpestato quotidianamente.
Prevalgono spesso loschi faccendieri.
Si afferma chi ha la lingua umida.
Chi vuole investire capitali se ne sta alla larga da questo contesto.
E scivoliamo sempre più in basso…
MarioVallone