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“Una Signora vestita di bianco mi teneva per mano…”

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15/04/12. Caria in una sera di pieno inverno. Mentre il sole stava per tramontare, la signora Antonietta Naso si accorse che mancava da casa la sua bambina di tre anni. La madre pensava che la piccola Romana fosse andata dai nonni o dagli zii com’era solito fare. Inizialmente la donna non portò tanta premura ma, passate le ore, al calar delle tenebre, andò a cercarla dai nonni e dagli zii; nessuno l’aveva vista. Allora la madre, in preda alla disperazione, cominciò a cercarla in tutto il paese domandando sue notizie ai contadini che si ritiravano dalle campagne, ma nessuno di loro l’aveva vista. Lei, amareggiata, iniziò a dare l’allarme e così in tutto il paese si sparse la voce della bambina smarrita. Tutti gli abitanti, radunati dal suono delle campane della Chiesa Parrocchiale, si mobilitarono per iniziare le ricerche. Si guardava dappertutto: nelle case diroccate, nei sottoscala, nei magazzini, nei pagliai, ma della piccola nessuna traccia.

Figurarsi il dolore del padre e della madre nel pensare alla loro bambina di pochi anni lontana da casa. Molte le voci che circolavono sulla sparizione della bambina: alcuni affermavano che poteva essere stata rapita; altri dicevano che si era potuta addormentare in qualche angolo all’aperto. Le ricerche proseguirono fino a tarda notte. A tutti i bambini del paese si domandava loro se avessero visto la piccola Romana, ma nessuno dava sue notizie.

Verso le 22.00, un ragazzo di 21 anni si ricordò d’averla vista e indicò la direzione e la via dove era diretta. Finalmente una traccia e le ricerche si spostarono dove la strada indicata conduceva: verso località Timpi. Una zona pericolosa dove un viottolo conduceva (e conduce ancora oggi) in un gran burrone tra Caria e Spilinga, luogo scosceso e pieno di cespugli. Se la bambina si era smarrita in quel luogo non era facile individuarla al buio. Tutto il paese, allora, si diresse verso quel luogo per cercare di consolare quella povera madre tanta affranta da dolore. Tutti si erano prestati alle ricerche di quella bambina. Ogni uomo reggeva in mano una torcia o una lanterna e giù per sentieri e fossi per rintracciare la bambina. La madre partecipò alle ricerche della figlia piangendo ininterrottamente, chiamandola e singhiozzando per la pena, convinta che non l’avrebbe mai più rivista viva.

Tutti sconvolti e delusi, ormai stanchi e sfiniti, nel cuore della notte iniziavano a tornare verso le proprie case ma tutto un tratto successe qualcosa: all’improvviso una voce d’uomo: – «Ho trovato Romana venite, è qui!».Una grande gioia per tutti! La bambina si trovava seduta vicino ad un cespuglio in quel luogo buio e pericoloso. La voce circolò velocemente e tutti gli abitanti del paese si riversarono di nuovo in quel luogo. La madre con le lacrime agli occhi corse verso la piccola, la strinse forte al petto e la baciò continuamente. – «Non hai avuto paura figli mia? Rimanere da sola, di notte, in questo posto sconosciuto?». La risposta della piccola fece venire i brividi alla madre e a tutti i paesani li presenti. Ecco cosa rispose la piccola Romana: – «Mamma perché dovevo avere paura di rimane in questo posto? È un posto buio, faceva freddo sì, è vero, ma io non ero da sola!». Gli disse allora la madre: – «Non eri da sola? E con chi eri bambina mia?».La piccola Romana rispose: – «Mamma, non ero da sola, vicino a me c’era una bellissima signora vestita di bianco che mi faceva compagnia e non ho avuto paura di niente. Era bellissima Mamma! Vestita di bianco, con una cinta sul fianco. Lei mi ha tenuto la mano e mi ha fatto compagnia». A queste parole a tutte le persone presenti si gelò il sangue nelle vene. Chi era quella Signora vestita di Bianco?

Molti affermarono e affermano ancora oggi che quella signora bellissima, vestita di bianco, altri non era che La Vergine Maria.

Francesco Pugliese

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