14/04/12. Nel dialetto del Poro sono presenti numerosi elementi greci, francesi, spagnoli. Molte di queste parole si vanno perdendo, ne ricordiamo alcune: dal greco, timogna ( bica di grano), ceramidi o ceramiti (tegole), grasta (vaso per fiori), agromulu (melo selvatico), spalissu o spalas (ginestra spinosa), scatarru (ranocchio), scifu (catino scavato nella pietra, da skyphos); dal francese, gattugghiari ( solletico) da chatouiller, custureri (sarto) dal francese antico custurier, lumera (lucerna) da lumière, racina (uva) da rasin, simana (settimana) da semaine, viatu (presto, velocemente) dal francese antico viaz.. Gurna, fossa d’acqua formatesi in modo naturale, è parola di origine greca, mentre gebbia è di origine araba e indica la stessa fossa costruita però dall’uomo, artificiale. Molti dei toponimi del Poro, a cominciare da Poro stesso, hanno origine neogreca, quelli di molti centri abitati, di località e contrade di campagna, cognomi. Vari paesi prendono il nome da una famiglia che vi si suppone ivi originariamente si era stabilita o era proprietaria del fondo: Mandaradoni, discendenti della famiglia Mandarano, Pannaconi, della famiglia Pannaci, Conidoni, della famiglia Conidi, Favelloni , della famiglia Favello. Di etimo greco anche il nome di tanti altri paesi : Ciaramiti da Keramitis, d’argilla; Zungri, roccia, dirupo.
(Tratto dal libro Viaggo sul Poro di Francesco Pugliese)