14/04/12. RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO. Da gennaio 2012, come ben sappiamo, sono cambiate le regole per ottenere le esenzioni dalla quota di partecipazione alla spesa sanitaria (quello che comunemente è detto ticket). La nuova normativa individua come beneficiari dell’esenzione le seguenti categorie: cittadini di età inferiore ai 6 anni o superiore ai 65 anni appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore ai 36.151,98 euro; i disoccupati e loro familiari a carico; titolari di assegno ( ex pensione sociale) e loro familiari a carico; titolari di pensione al minimo d’età superiore a 60 anni e loro familiari a carico. Alle seguenti categorie si aggiungono tutti coloro che sono affetti da patologie croniche. E il resto della popolazione? Beh, è evidente che diverse categorie sono state escluse, e per tali motivi sono costrette a pagare il ticket, pur avendo una situazione reddituale bassa, delle patologie considerate tali, ma non da essere considerate esenti. Quali malattie sono considerate patologie? Ogni Regione stabilisce quale patologia debba esentare il paziente dalla spesa sanitaria e quale no, come se ci trovassimo di fronte ad una margherita e sfogliassimo i suoi petali, con la sola differenza che si cerca di soffermarsi sulla domanda “la consideriamo patologia o meno?”. Onesti cittadini, lavoratori con un minimo compenso mensile, giovani studenti, sono costretti a pagare dei servizi scadenti e usufruire di assistenze, cure, in strutture ospedaliere non degne di essere definite tali. Normative con le quali spesso potremmo riscontrare cittadini benestanti che magari si ritrovano esenti dal ticket. Una sanità che fa acqua da tutte le parti. In che modo potremmo risollevare la nostra sanità? Forse facendo spendere innumerevoli soldi per continue cure ai nostri politici, sottoponendoli ad interventi in strutture ospedaliere meridionali, ospedali che non garantiscono nessuna certezza sul buon esito e sulla sana ripresa del paziente, facendo perdere a tante persone un loro caro a causa del maledetto vortice della malasanità.
Annalisa Fusca
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