I riti della Settimana Santa nel vibonese

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La “ncrinata” di Dasà

02/04/12. Anticamente, con l’inizio della Quaresima, il Mercoledì delle Ceneri, ogni massaia del vibonese iniziava a preparare in una scodellina semi di lenticchie, ceci e chicchi di grano che, coperti da cotone o sabbia e bagnati, per tutta la durata della Quaresima venivano fatti germogliare in stanze buie. Germogliando al buio i semi assumevano un tipico colore giallastro. Tali “composizioni” nella giornata del “Giovedì Santo ” venivano poi portate nelle diverse chiese  per l’addobbo dell’altare della Reposizione (in dialetto “Sapurcu”).

-Il Sabato precedente la  quinta domenica di Quaresima  in molte paesi della provincia  c’e’ ancora l’usanza  della  “velatio”  cioè  di coprire  in chiesa  le statue dei Santi  ed ogni altra raffigurazione sacra con enormi drappi viola; questo per  sottolineare che l’attenzione di ogni fedele deve essere rivolta esclusivamente al Cristo  alla sua Passione, Morte e Risurrezione.

-Con la Domenica delle Palme si da Inizio alla Settimana Santa. Fede, pietà, tradizioni popolari anche qui nel vibonese si intrecciano per dare  vita  a particolari  e suggestivi riti tramandati da padre in figlio. Con la commemorazione dell’Ingresso di Gesù a Gerusalemme si aprono i riti e le tradizioni Pasquali. In ogni paese  piccolo o grande che sia, lunghe o brevi processioni rievocano l’ingresso del Cristo nella città Santa. In questa giornata in tantissimi paesi del vibonese in serata viene rappresentata la Passione di Cristo (tra le tante manifestazioni della Passione ricordiamo quella di Briatico). Anche dalla Domenica delle Palme al  Mercoledì  Santo  sono tantissime le  rappresentazioni legate alla  Passione di Cristo; fra tutte segnaliamo quella del Mercoledì  Santo a Vibo Valentia

La “ncrinata” di Dasà

-Il Giovedì Santo ha iniziò il solenne Triduo Pasquale. Già dalla mattinata ogni comunità è intenta ad allestire in chiesa l’altare della Reposizione che subito dopo la solenne celebrazione  accoglierà l’ Eucarestia. In serata  si celebra la  cosiddetta “Messa  in Coena Domini”  in ricordo dell’ultima cena di Gesù, celebrazione durante la quale si ricorda anche la lavanda dei piedi.  Dal Gloria della Messa del Giovedì Santo fino alla solenne veglia Pasquale nella notte di Sabato Santo, non si suoneranno le campane. Anticamente le campane venivano addirittura legate con enormi nastri viola in segno di lutto. Subito dopo la messa del Giovedì  in molte chiese viene distribuito il  pane benedetto in ricordo della Santa Cena e inizia  l’adorazione  pressò l’altare della Reposizione. L’adorazione si protrae  fino al pomeriggio del Venerdì Santo. Durante tutta la notte di Giovedì Santo, soprattutto nei grandi centri, molte chiese rimangono aperte e durante tutta la notte i fedeli visitano i ” Sapurca”.

-Il Venerdì Santo  è l’unico giorno in cui la chiesa non celebra l’eucarestia. Nel pomeriggio,  con una lunga e particolare celebrazione, si commemora la Passione di Gesù; è questo il giorno in cui in molti centri vibonesi si snodano meste processioni con le statue del Cristo Morto e della Vergine Addolorata (in alcuni centri tali cortei hanno caratteristiche particolari).  In alcune zone del vibonese vi è l’usanza della cosiddetta “Chiamata da Madonna”. Dopo le funzioni il sacerdote  dall’altare “chiama” la Madonna a venire a prendere fra le braccia  il Cristo Morto. Dal fondo della chiesa i fedeli a spalla portano la statua della Madonna Addolorata (in alcuni paesi  correndo) fino all’altare dove il sacerdote depone fra le braccia della statua, Il Cristo Morto. Anticamente questo rito veniva accompagnato da lamenti e pianti da parte delle donne, le quali, cantando canzoni sulla Passione di Gesù, si percuotevano sul petto. Nella serata del Venerdì Santo in quasi tutti i paesi si snodano meste processioni con il Cristo Morto. Tra le più solenni  quella di Pizzo, di Tropea e la particolare processione della Desolata a Vibo Valentia.

L’Affruntata vivente di Caria

Il Sabato Santo è il giorno del silenzio; giornata in cui ogni fedele è invitato a sostare davanti al sepolcro del Signore in attesa della sua Resurrezione. Fino a qualche anno fa in molti paesi si svolgevano processioni con simulacri e altre tradizioni. L’attuale vescovo della nostra diocesi ha invitato ogni comunità ad anticipare al venerdi ogni tipo di manifestazione affinchè il Sabato Santo rimanga un giorno di preghiera e di attesa della Risurrezione del Signore. Ad Esempio a Carìa di Drapia nella mattinata del Sabato Santo si svolgeva una suggestiva processione con il Cristo Morto e la Vergine Addolorata fino al Calvario attorno alle otto  del mattino (anticamente tale processione si svolgeva addirittura  prima del sorgere del sole). Tale processione oggi si svolge la sera del Venerdì Santo. Suggestivo ovunque il momento della Risurrezione del Signore durante la solenne Veglia Pasquale con la svelata della statua del Cristo Risorto e ancora più suggestiva, in alcuni casi,  la comparsa della statua del Cristo Risorto dietro all’altare. Al momento del Gloria la Risurrezione viene salutata dallo scampanio a festa delle campane. Nel Duomo di San Leoluca la Risurrezione viene annunciata dai rintocchi di un’antica campana  che viene posizionata all’entrata della chiesa e, dalla porta centrale, viene  spinta verso il centro del Duomo.

-Nel Giorno di Pasqua ogni comunità celebra secondo vari riti  la Risurrezione del Signore .Tantissimi i centri dove si svolge l’Affruntata, detta anche  “cumprunta” o “ncrinata”, cioè l’incontro tra la statua della Madonna con il Cristo Risorto. A Carìa di Drapia  si svolge tale manifestazione con personaggi in carne ed ossa al contrario di quanto avviene in tutti gli altri centri del vibonese (Affruntata Vivente). L’ultima comunità del vibonese a chiudere le funzioni Pasquali è la comunità di Dasà che  il Martedì dopo Pasqua svolge anch’essa la “Ncrinata”.

Francesco Pugliese

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