31/03/12. Ripetuto diniego da parte del Dipartimento regionale alla salute alla richiesta di modifica del decreto 106. Così i posti letto per i nefropatici rischiano di essere ridotti al lumicino ed i pazienti costretti a curarsi fuori regione.
“Siamo ormai all’assurdo. Il quadro della rete ospedaliera che si presenta in Calabria è lontana dall’essere omogenea e supera qualunque condizione di accettabilità generando un forte allarme tra la popolazione ed i pazienti che quotidianamente sono costretti e cure mediche salvavita”.
A sostenerlo sono i consiglieri del Partito democratico Bruno Censore e Francesco Sulla che intervenendo sulla questione hanno sollevato con enfasi la necessità di rivedere la ripartizione delle macro aree relativamente ai posti letto di nefrologia disegnata nel decreto 106.
“La misura è colma – hanno sostenuto all’unisono i due consiglieri democratici- non è pensabile che la ripartizione dei posti letto per i pazienti nefrologici possa dirsi soddisfacente per una domanda che nella nostra regione è in continua crescita. Le tre macro-aree previste nel decreto 106, quella di Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza, assommano insieme un numero di posti letto che è totalmente insoddisfacente per far fronte alle cure quotidiane cui sono costretti a ricorrere centinaia di pazienti. Secondo il famigerato decreto 106, alla provincia di Cosenza spettano 30 posti letto, uno ogni 24.488 abitanti, a Reggio ne spettano 30, uno ogni 18.900, mentre a Catanzaro solamente 10, uno ogni 71.000 abitanti, senza contare che la città capoluogo di regione assorbe la domanda delle altre due province di Vibo e Crotone. Queste due ultime città, dunque, restano ancora una volta tagliate fuori dalla necessaria copertura sanitaria ed emergenziale che i cittadini di quei territori meriterebbero, viste le precaria condizione viarie per raggiungere gli ospedali di Catanzaro. La stessa città capoluogo di regione rimane penalizzata da un disegno scellerato che non tiene conto delle condizioni demografiche e del fatto che verso i suoi ospedali si dirigono le domande di una popolazione numericamente crescente. Nel recente passato, hanno sostenuto ancora Censore e Sulla – avevano più volte sollevato la questione relativa alla situazione dei pazienti nefrologici dei territori di Vibo e Crotone per i quali erano scesi in piazza migliaia di cittadini, sindaci, amministratori, sindacati e rappresentanti delle associazioni. Con insistenza ci chiediamo per quali ragioni il Commissario ad acta non si renda conto della insostenibilità di questo stato di cose e non senta la necessità di correggere il tiro modificando i parametri delle pesantissime scelte che ricadono interamente sulla popolazione calabrese. A quattro giorni dal nuovo incontro che il governatore Scopelliti avrà con i rappresentanti dei ministeri al tavolo Massicci chiediamo che il filo conduttore della discussione verta non già sugli effetti economici prodotti dai tagli ma sulla garanzia dei livelli essenziali di assistenza che oggi riteniamo essere la condizione necessaria ed urgente per far uscire dal collasso il sistema della rete sanitaria di questa regione”.