12/03/12. IL MATRIMONIO. Il giorno prestabilito, al suono a festa delle campane, gli invitati accorrevano alla casa dello sposo e della sposa; la si passavano dolci e liquori in abbondanza. Lo sposo, in compagnia degli invitati andava a prelevare la sposa, che in veste bianca veniva condotta in chiesa a braccetto del padre o del fratello. Inginocchiatisi all’altare si compiva la cerimonia, non sempre con la celebrazione della santa messa. Dopo le nozze gli sposi ricevevano la benedizione con l’acqua santa, dai genitori, dagli zii e dagli altri di famiglia; quindi si riapriva il corteo in cima al quale stavano gli sposi a braccetto, e si andava prima a casa della nuova famiglia, per portare “la fortuna” dicevano gli anziani, con la benedizione avuta in chiesa e poi a casa dei genitori per il pranzo nuziale. Dopo il pranzo, gli invitati lasciavano il dono portato e dagli sposi ricevevano un bel fazzoletto da portare in famiglia. Da notare che per le vie, dai balconi si gettavano sugli sposi manciate di coriandoli e di grano, in auspicio di lieto avvenire, il corteo rispondeva a sua volta con manate di “cugghianduli” (confetti).