Succede che dopo 125 anni, ovvero tre generazioni passate, c’è ancora chi ha voglia di riscoprire le proprie radici, la propria appartenenza, attraverso un lungo viaggio. È quello che ha fatto Melisa Pugliese, cittadina della piccola città di El Bolson nella Patagonia Argentina. Studentessa in architettura, curiosa e dinamica, decide di iniziare un viaggio in Europa , da sola, sulle tracce del proprio bisnonno originario del Comune di Drapia ed in particolare proprio di Carìa.
Francesco Pugliese classe 1867 è emigrato in Argentina sul finire dell’ Ottocento e non è mai più rientrato in patria. Melisa è argentina quindi di terza generazione, figlia di Josè Luis Pugliese, architetto anch’egli, ed è la prima della sua generazione sudamericana a visitare il paese di Carìa dopo la partenza del suo bisnonno paterno Francesco.
La sua famiglia non ha parenti diretti prossimi in Carìa, ed il loro avvicinamento a questa comunità è dovuta ed è limitata solamente a due casi del tutto fortuiti: la conoscenza sul web mia ma, soprattutto quella del dott. Francesco Naso, neurologo, ma appassionato di storia locale, fortemente motivato a ricostruire attraverso una sua attenta e personale ricerca, l’albero genealogico delle famiglie cariesi. Queste due fortunose circostanze hanno fatto sì che Melisa abbia potuto visitare, conoscere e assaporare nei giorni scorsi le proprie origini.
Un segno importante di volontà, da chi pur vivendo molto lontano, sente di appartenere anche ad un qualcosa di distante, ad un tempo e ad un luogo passato.Ci piace immaginare che forse da Caria possa avere inizio in Melisa la costruzione di una mappa emotiva personale nuova, o forse solamente più ricca, potendo aggiungere adesso frammenti o elementi nuovi della propria esistenza. Così ha scritto per la nostra comunità Adriana Goni Mazzitelli antropologa uruguaya, in occasione della manifestazione per il giardino del Castello Galluppi . “Un patto interoceanico che mi precedeva si era rinnovato con delle persone appartenenti ad ogni generazione come in un rito”.
Michelangelo Pugliese
