06/03/12. RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: Dopo il sensazionale movimento che tempo fa si è avuto a difesa dell’Ospedale di Tropea si potrebbe pensare che il peggio è passato e che i problemi siano finalmente risolti. Ma invece ….
L’Ospedale di Tropea,purtroppo, in barba alle altisonanti definizioni è di fatto chiuso.
Sia chiaro non esiste un atto Ufficiale che ne decreta la chiusura, anzi al contrario, dagli stessi (Piano di rientro sanitario e atto aziendale) emerge esattamente l’ opposto.
E in effetti se da un lato gli atti ufficiali hanno statuito il mantenimento dell’Unità Operativa di Chirurgia e dell’Unità Operativa di Ortopedia presso il Presidio di Tropea, nei fatti, oggi, accade esattamente il contrario.
Le Unità di Chirurgia e di Ortopedia mentre, fino a qualche tempo fa potevano almeno espletare interventi di Day Surgery, oggi possono espletare esclusivamente interventi ambulatoriali e ciò a causa della carenza di personale medico sia ortopedico, chirurgico ed anestesiologico.
A quanto sopra va aggiunto che da tempo vi è in atto una pratica sportiva, molto simile alla caccia, di colpire il personale ed in particolare la categoria degli infermieri professionali.
Tale sport è particolarmente praticato nei confronti del personale in servizio presso l’Ospedale di Tropea.
La ragione di ciò probabilmente è da ricollegare al clima mite della cittadina costiera, il quale com’è noto favorisce la pratica degli sport anche durante la stagione invernale.
Ed infatti il personale dell’ospedale di Tropea viene sistematicamente e quotidianamente dirottato, nella migliore delle ipotesi, da una unità operativa all’altra, forse nella vana quanto vacua speranza che a furia di spostare gli infermieri da un reparto all’altro questi si moltiplichino, o al contrario che per qualche oscura legge della fisica il lavoro che gli stessi debbono affrontare possa diminuire.
In tale stato di cose di certo di qui a breve, qualche solerte funzionario, sentenzierà che il P.O. di Tropea è improduttivo e dunque è inutile mantenerlo in vita.
In altri termini si tratta di un gioco vecchio quasi quanto il mondo.
Prima si creano le condizioni che una struttura produttiva diventi improduttiva, si lascia passare un po’ di tempo, e poi il solerte funzionario e/o mezza personalità di turno decreterà che essendo la struttura improduttiva deve essere chiusa.
Qualcuno probabilmente ritiene che così facendo si possano risolvere o alleggerire i problemi della sanità Vibonese.
Al contrario con tale modo di operare vengono solo violati i diritti dei lavoratori, ed i veri problemi della sanità vibonese non solo non vengono risolti, ma addirittura neppure affrontati.
Il tutto accade nel silenzio assordante della classe politica.
Unione Generale del Lavoro (UGL)-Vibo Valentia
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