27/02/12. Giunge la risposta della Provincia a circa due settimane di distanza dall’invio di una richiesta di chiarimenti da parte del “Comitato 19 maggio” sul motivo per cui i lavori della Variante di Caria sono stati bloccati senza preavviso e apparente giustificazione.
La missiva è firmata dall’arch Giacomo Consoli, dirigente dell’amministrazione provinciale. Il comitato civico, che prende il nome dal giorno in cui la protesta sul cantiere contro la nuova strada fu plateale, nella sua lettera, oltre al perché circa il blocco dei lavori, aveva chiesto altre delucidazioni riguardo alla presenza di terreno in pendenza non rimosso che potrebbe riversarsi sulla sottostante frazione Gasponi e altri chiarimenti sull’acquedotto e sulla presenza di una grotta antica nei pressi del cantiere. “I lavori-scrive Consoli nella lettera spedita al comitato- attualmente procedono a rilento e sono fermi da alcune settimane in quanto, essendo in fase avanzata i lavori di movimento terra, occorre avviare la realizzazione delle opere d’arte e di completamento. Alla luce degli incontri del 13 e 14 ottobre 2011 (gli ultimi incontri con la popolazione di Caria avvenuti sul cantiere ndr), con relative richieste di opere aggiuntive e complementari effettuate dalla comunità locale rappresentata dal Sindaco e da codesto Comitato (richiesti sottopassaggi e complanari per permettere ai frontisti di recarsi nei loro terreni ndr), l’ufficio di direzione lavori sta valutando la possibilità di rendere compatibili le richieste pervenute (per le quali saranno acquisite le necessarie autorizzazioni) con le opere già previste in progetto, prima di procedere alla realizzazione di opere d’arte non più modificabili.”
Questa, quindi, la giustificazione ufficiale del blocco del cantiere, motivazione che forse a molti non sembrerà del tutto credibile visto che, in un cantiere di circa 2,5km che prevede varie e diverse opere, forse in qualche punto i lavori potevano comunque proseguire ed il cantiere non doveva certo essere lasciato in quello stato.
“In relazione alle 3 problematiche segnalate nella nota di codesto comitato-si legge nel prosieguo della lettera della Provincia- si forniscono le seguenti delucidazioni: 1) la conduttura dell’acquedotto (che è rimasto praticamente dissotterrato senza sostegni ndr) è destinata ad essere spostata per adeguarla al tracciato stradale non appena riprenderanno i lavori. Attualmente non sembra avere particolari problemi (tuttavia le eloquenti immagini suggerirebbero il contrario ndr), ma l’appaltatore sarà chiamato ad intervenire tempestivamente non appena dovessero verificarsi problemi. Si confida comunque di risolvere la problematica a breve termine. 2)Per il terreno depositato dall’impresa su aree limitrofe allo scavo principale, l’ufficio di direzione dei lavori (come riportato nel nostro precedente articolo ndr) ha emesso ordine di servizio all’impresa in data 22/11/11 per la rimozione del materiale depositato, fermo restando che l’impresa è l’unica responsabile di tutte le attività che si svolgono al di fuori delle aree di cantiere, compresa l’individuazione e l’utilizzo di cave e discariche idonee autorizzate. L’impresa appaltatrice ha comunque assicurato verbalmente che sta provvedendo ad acquisire autorizzazioni amministrative per lo smaltimento del materiale di scavo non riutilizzabile in cantiere in altre aree già individuate. 3)Ancor prima dell’inizio dei lavori di scavo sono state eseguite indagini archeologiche sotto la stretta sorveglianza della competente Soprintendenza di Reggio Calabria e con il supporto di archeologi professionisti. Proprio per salvaguardare alcune grotte la Soprintendenza ha chiesto una traslazione di tracciato che l’Amministrazione provinciale ha effettuato previa approvazione della stessa Soprintendenza alla quale è stata fornita la massima collaborazione a salvaguardia dell’interesse archeologico tutelato.
In proposito si evidenzia che tali accurate indagini archeologiche eseguite, e le successive variazioni progettuali resesi necessarie, sono certamente da ascriversi tra i fattori principali che hanno determinato ad oggi ritardi e difficoltà nell’attuazione dell’intervento.”
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Mario Vallone