19/02/12. “Sul trasferimento delle risorse del Fondo nazionale per le politiche sociali, ci si aspettava comunque una risposta positiva da parte del governo, nonostante nel corso della discussione in Consiglio io avessi più volte messo a nudo il fatto che la legge regionale 44/2011 che si stava discutendo e che stava arrivando in dirittura d’arrivo fosse deficitaria della copertura finanziaria e poco solidale verso una larga fetta di cittadini, soprattutto extracomunitari”.
Così si è espresso il consigliere regionale del Partito democratico Bruno Censore non appena appresa la notizia dell’impugnazione della legge regionale 44/2011 davanti alla Corte Costituzionale.
“Si tratta di una decisione che suscita un forte sentimento di rammarico – ha sostenuto Censore – in quanto la Calabria, che è una delle regioni che rientrano nell’obiettivo convergenza, non può essere privata degli interventi nazionali di assistenza alle persone e alle famiglie in difficoltà che attendono di poter beneficiare degli strumenti finanziari necessari per essere inclusi nel processo di crescita sociale. Le complessità socio-economiche nelle quali vivono migliaia di calabresi possono essere superate da azioni programmate che accompagnino i drops out in un percorso articolato di inclusione nel tessuto sociale. La compromissione dell’assegnazione delle risorse del Fondo nazionale alla Calabria – ha proseguito Censore – rischia di incancrenire una serie di problematiche sociali che una politica attenta dovrebbe affrontare e risolvere nel segno dell’uguaglianza e della democrazia. La riduzione delle risorse del Fondo che vengono ripartite alle regioni e le lacune dimostrate dalla maggioranza che governa questa regione nell’approvare una legge non all’altezza delle esigenze di una larga fetta di cittadini rappresentano la dimostrazione lampante che stanno venendo meno le attenzioni per quella sacche di popolazione che necessitano di un concreto sostegno alla sopravvivenza. E’ più che mai necessario – ha concluso il consigliere del Pd – che il governo riveda la proporzione del taglio alle risorse nazionali necessarie per gli interventi di assistenza alle persone ed alle famiglie disagiate e che il governo regionale e la sua maggioranza evitino di fare leggi manifesto che non aiutano a superare le discriminazioni sociali e a dare sollievo alle persone in difficoltà.”