Il lamento della civetta, inoltre, come pure della gallina, o l'”ululare” del cane nelle notti di luna piena erano interpretati come cattivo augurio. Pure il versare per terra olio accidentalmente era ritenuto presagio di sventura, mentre la caduta di vino era presagio di allegria. Un calabrone ronzante vicino annunziava l’arrivo di una lettera. L’erba dell’ascensione che si raccoglieva e si metteva al capezzale, era segno di buon augurio se fioriva senza seccare. Si credeva pure alla zingara perché indovinava “la ventura” e l’avvenire. L’apparizione di comete era inoltre presagio di guerre; profanazione il pettinarsi di venerdì.
A proposito della credenza negli spiriti, sono molti i racconti che ancora oggi gli anziani cariesi tramandano alle future generazioni.
Famosissima a Caria è la cosiddetta “casa i l’animi” (casa delle anime). Si tratta di una casa che esiste ancora oggi in via Duomo quasi attaccata alla chiesa parrocchiale. L’appartamento, oggi disabitato, è utilizzato come magazzino-deposito dai proprietari. Si racconta che in essa accadevano cosa molto strane.
Secondo molti, di notte nelle stanze vi era la presenza di spiriti che, camminando, facevano udire i loro passi, ma senza che nessuno vedesse niente. Durante la notte da quella casa provenivano inoltre dei lamenti e urla disumane. Addirittura anche gli abitanti della casa in passato sostenevano che durante la notte gli oggetti si cambiavano di posto, le sedie ed i tavoli si spostavano, e che addirittura gli spiriti tiravano le lenzuola a chi dormiva in quelle stanze. Ancora oggi quella casa è nota come “a casa i l’animi” e la cosa sorprendente è che gli anziani del paese continuano a sostenere che sia abitata dalle anime.
Tuttavia oggigiorno nessuno ha mai sentito o osservato qualcosa di strano.
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