28/01/12. Da qualche giorno campeggia, in modo massiccio, sulla città di Vibo Valentia e in altri luoghi della Calabria, un’evidente campagna di comunicazione. Un assessore ha acquistato spazi enormi (cartelloni di 3mt. x 6 mt. e addirittura 12 mt. x 3mt.) per chiederci di porgli domande, di toglierci ogni dubbio in merito ai temi del lavoro, della formazione e delle politiche sociali.
Di domande da porgere all’ Assessore Regionale Stillitani, la cui figura sorridente ci accompagna per le strade della nostra regione, ne avremmo tante – come scrive in una lettera pubblicata dalla Gazzetta del Sud una giovane precaria di 30 anni – ad iniziare da quelle scontate, sul perché la Calabria non abbia un sistema di welfare, sul perché i principi della meritocrazia e della trasparenza non vengano applicati in nessun concorso e/o bando, sul perché la maggior parte dei finanziamenti sulla formazione vadano a finire sui soliti corsi che nulla producono se non false aspettative.
sAll’Assessore Stillitani, noi dell’associazione Io resto in Calabria, vorremmo porre altre domande: perché utilizza il proprio ruolo istituzionale per fare propaganda personale? Forse perché a Pizzo ci saranno le amministrative in questa prossima primavera e scommettiamo anche una candidatura per le politiche del 2013? Se è vero che le domande riguardano i temi dell’assessorato regionale alle politiche sociali, al lavoro e alla formazione perché sui cartelloni pubblicitari troviamo un indirizzo di posta elettronica personale e non quello dell’assessorato? Perché bisogna a tutti costi personalizzare le istituzioni continuando a consolidare nell’immaginario collettivo che esse siano di proprietà dei politici mentre è democraticamente sancito che le istituzioni sono dei cittadini e i politici che le occupano sono al servizio delle funzioni che esse dovrebbero svolgere e soprattutto al servizio della comunità. Vorremmo sapere chi paga questa propaganda personale dell’Assessore Stillitani, perché non c’è bisogno di una pubblicità che ci dica che un assessorato risponde alle domande dei cittadini, questo è un servizio che normalmente dovrebbe essere garantito a tutti senza alcuna distinzione. Che bisogno c’è di utilizzare soldi pubblici per stimolare la partecipazione dei cittadini, quando poi questa stessa partecipazione viene negata dai meccanismi clientelari che la nostra politica pratica da decenni e che ormai hanno intorbidito lo svolgimento di qualsiasi attività democratica nella nostra regione e in tutto il Paese. Non si potrebbero impiegare i soldi pubblici diversamente? Cosa fa la nostra Regione di fronte alle proteste dei trasportatori che in questi giorni bloccano strade e autostrade? E noi cittadini, che tanto ci lamentiamo dei politici, perché stiamo zitti e siamo ossequiosi nei loro confronti mentre dovremmo infuocarci per come ci hanno ridotto?
Sinceramente ci auguriamo che queste proteste aiutino anche a responsabilizzare veramente tutti i cittadini e ci spingano a prendere un po’ di più la parola rispetto a quanto ci accade intorno. A pretendere che i politici rispondano alle nostre domande con atti concreti e non con una e-mail. Il lavoro che manca in Calabria, un sistema sociale adeguato completamente assente non sono problemi di questa crisi, allora perché solo oggi a noi calabresi dovrebbe venire in mente di fare domande su cose che da decenni aspettiamo si concretizzino in politiche pubbliche e interventi seri per il nostro territorio? Sinceramente, ci sentiamo presi in giro e lo “scherzo” anche questa volta lo paghiamo noi che lavoriamo ogni giorno e che ci vediamo detratta l’Addizionale Regionale dai nostri stipendi.
Anna Laura Orrico,
presidente associazione IO RESTO IN CALABRIA
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