24/01/12. Francesco Fiamingo di Zungri, poeta e scrittore, nonché collaboratore del nostro portale, ci ha inviato un resoconto sulla cerimonia di premiazione del XIII Concorso di Poesia Dialettale Don Cristoforo Mazza. La manifestazione culturale si è conclusa il 14 gennaio scorso a Pernocari di Rombiolo. Un grazie a Fiamingo per averci autorizzato a pubblicare il suo bellissimo servizio.
Serata di Premiazione del Concorso di Poesia Dialettale
Don Cristofaro Mazza
XIII Edizione
Pernocari di Rombiolo 14- 01- 2012
Il tavolo della giuria del concorso composta da:
Mimmo Mazzeo ( presidente)- Franco Pagnotta-Sonia Demurtas- Teresa Goifrè-
Antonio Valensise – Giuseppe Navarra ( Sindaco di Rombiolo)
Sezione B
PRIMA CLASSIFICATA
Vittoria Saporito
Con la poesia “ ’A cerza seculari”
Motivazione
Poesia trascinante e disillusa, racchiude la metafora in un guscio prezioso di struggente nostalgia che solo la sensibilità estrema di un anima sofferente può proporre con simile cadenza e delicata trasparenza.
Metamorfosi umana immersa nella natura inquieta della pietas, in una discesa nelle radici sentimentali dell’autore, nel catartico lembo inesplorato della personalità che detta le rime e accarezza le parole.
La poesia è sempre alla ricerca di spazi emotivi dentro i quali collocare l’istintiva lirica vocazionale, ma quando si trovano anche le vibrazioni del cuore, essa si riempie di immenso e seduce, affascina, avvolge e commuove
SECONDO CLASSIFICATO
Michele Celano
Con la Poesia “ Papà”
Motivazione
Lirica traboccante di metafore, di spasmi e contrazioni.
Come un gioco d’acqua i versi sfilano sotto gli occhi, anticipando il palpito di poesia che suggerisce al cuore una emozione in più, un richiamo ai ricordi che stanno nell’anima dell’autore come sentinelle di sillabe, pronte a riaffiorare nei momenti dell’abbandono, annunciando l’ineludibile discesa nel grappolo di pensieri che sono sempre nuova linfa
e ritrovato amore.
TERZA CLASSIFICATA
Giusy Staropoli
Con la poesia “ Paroli Calabrisi”
Motivazione
Un bel manuale in rima di preziosi termini dialettali.
Una piacevole immersione nel grande libro della vita calabrese, dentro l’elogio della parola che trattiene delicati arabeschi e pregiate espressioni di linguaggio, di fonetica, di significato.
Parole ottimamente intrecciate in versi, anime che evocano nostalgie e orgogli antichi, bisogni nuovi, accorati appelli alla storia dei padri, affinchè tutto non vada perso e tutto ritorni a noi ed alle generazioni future come impronta genetica e tratto sanguigno di una grande civiltà.
Sezione A
(Scuola Primaria – Istituto Comprensivo di Rombiolo)
PRIMA CLASSIFICATA
Samantha Fabiano
“ Nannama”
Motivazione
Ritratto discreto e disincantato, reale e tenero di una delle figure più belle dell’alveo familiare.
Linguaggio suadente e fluido, rime semplici e ben composte che trasmettono calore, gioia e sottile malinconia, ma che sintetizzano ottimamente i segmenti affettivi ed emotivi dentro i quali è vissuta la realtà della giovane autrice.
Un messaggio di speranza che parte dal passato per specchiarsi, con candore ammirevole, in un dolce presente e un fiducioso futuro.
SECONDA CLASSIFICATA
Desiree e Martina Brosio
“ Io e soruma”
Motivazione
Poesia semplice e ben curata, intrisa di affetti e sentimenti contrastanti che prendono vita nell’ambito di un rapporto significativo e ricco di tenere passioni e vive sensazioni.
La lirica dell’infanzia dolce e leggera in cui lievitano e fermentano i valori universali del bene, intrecciandosi con gli amori filiali che saranno sempre parte fondamentali delle relazioni future.
SECONDA CLASSIFICATA
Alessandra Parisi
“ Ièmasculu! Ièmasculu!”
Motivazione
La poesia ironica del piccolo equivoco che prende corpo nella fantasia sensibile di una bambina.
Rime efficaci e narrative di una storia pulita e intelligente che indica il grado di assorbimento e penetrazione nella fertile struttura familiare di quelle sensazioni particolari e indimenticabili che creano buoni sentimenti e suscitano gioiose emozioni.
TERZA CLASSIFICATA
WafikHadiga
“U Maroccu”
Motivazione
I versi dialettali dell’amore universale, dell’integrazione, della nostalgia, del saper vivere con impegno e speranza una realtà nuova senza dimenticare mai le origini.
Questo è il miracolo del dialetto: un piccolo capolavoro di architettura linguistica e sentimentale che unisce e accoglie, trasforma e conserva, pulsa e diventa ritmo nel piccolo cuore di una bambina e nella grande storia di un popolo emigrante che tanto si specchia nelle radici della nostra terra.
Il buffet freddo di fine serata
Francesco Fiamingo