24/01/12. Un unico procedimento per tutti i passaggi burocratici propedeutici all’esercizio di attività produttive e prestazione di servizi, un unico soggetto pubblico che sia l’interlocutore al quale gli imprenditori devono rivolgersi per nulla osta, autorizzazioni, licenze e quant’altro serve per avviare e portare avanti un’impresa. Facile a dirsi, molto più difficile a farsi, visto che ormai sono circa 10 anni che la legislazione italiana prevede l’attivazione in tutti i Comuni dello Sportello unico per le attività produttive (Suap), che rimane spesso una chimera inafferrabile anche a causa dell’atteggiamento ostruzionistico e conservatore di alcuni rami della pubblica amministrazione che preferiscono mantenere intatto il proprio ruolo, gestendo l’arbitrarietà che questo comporta. Una situazione non più sostenibile, soprattutto nel contesto attuale che richiede maggiore efficienza e competitività da parte dei territori.
Sulla base di queste premesse, la Regione ha avviato un progetto, finanziato con fondi Por, che coinvolge Province, Comuni, Camere di Commercio, associazioni di categoria e tutti i soggetti pubblici con poteri autorizzativi nei vari settori produttivi. Lo scopo è quello di uniformare sull’intero territorio regionale la gestione dei Suap, in una logica di ampliamento e miglioramento dei servizi offerti alle imprese, riducendo drasticamente i tempi di risposta della Pubblica amministrazione e creando condizioni più favorevoli all’insediamento di nuove imprese.
Nell’ambito di questa iniziativa, la Provincia di Vibo Valentia ha organizzato un workshop aperto alla partecipazione di tutti soggetti pubblici coinvolti a livello territoriale, che si tenuto questa mattina nella sala consiliare dell’Ente(foto).
A introdurre i lavori – coordinati da Assunta Columbro, dell’ufficio provinciale Attività produttive – sono stati il presidente Francesco De Nisi e il sindaco di Vibo Valentia Nicola D’Agostino.
«L’ostacolo principale al pieno funzionamento degli sportelli unici è una mentalità desueta che bisogna cambiare – ha sottolineato De Nisi -. Non è possibile pensare di incentivare lo sviluppo se le imprese devono fare i conti con i tempi lunghi delle procedure amministrative con l’arbitrarietà di alcune decisioni. Gli iter autorizzativi devono essere spersonalizzati e univoci, devono assicurare pari opportunità a tutte le iniziative imprenditoriali, senza preferenze o atteggiamenti di favore. Soltanto così riusciremo a superare questo gap che ancora caratterizza l’Italia rispetto ad altri paesi europei, assicurando in concreto la trasparenza della pubblica amministrazione».
Concetti rimarcati dal primo cittadino della città capoluogo, che ha rivendicato la piena operatività del Suap di Vibo Valentia già dal 2010.
Tra i relatori – oltre all’amministratore delegato di Vibo Sviluppo, Pasquale Barbuto – anche il vicario del prefetto, Stefania Caracciolo, che ha sottolineato il ruolo della Prefettura, che ha potere sostitutivo nei confronti dei Comuni che dovessero eludere gli obblighi di istituzione del Suap. «La nostra, però, non sarà un’azione coercitiva – ha precisato – ma di accompagnamento e di incentivazione. Aiuteremo le amministrazioni comunali a mettersi al passo con questo programma e soltanto in caso di totale inadempienza si procederà al commissariamento del settore».
L’incontro è poi entrato nella fase operativa, con i tecnici Francesco Venneri(dirigente regionale del dipartimento attività produttive), Delfina Spiga(direttore del servizio promozione sviluppo industriale della Regione Sardegna) e Ivan Vacatello (referente progetto Suap della Regione Sardegna) che hanno illustrato nel dettaglio le fasi del programma, basato anche sulle best practices italiane.
Fulcro del progetto è il nuovo sistema telematico regionale, che consentirà di mettere in rete tutti gli enti e le istituzioni coinvolte, dando organicità operativa agli sportelli locali e integrando la fruizione dei servizi amministrativi con informazioni di marketing, al fine di aumentare l’appeal imprenditoriale dei vari territori.
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