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Tramonti (Cisl): “Ridurre pressione fiscale”

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18/01/12. “Gli effetti dell’ultima manovra finanziaria rischiano di assestare un colpo mortale alle condizioni, già difficili, delle famiglie calabresi.”  E’ quanto afferma il Segretario Generale CISL Calabria Paolo Tramonti secondo il quale l’ulteriore aumento dell’addizionale regionale IRPEF, che come si sa colpirà pesantemente la Calabria, rappresenta una vera e propria beffa se si tiene conto che il nostro PIL pro-capite è di circa la metà rispetto a quello delle Regioni del Centro-Nord

e che l’area della povertà è aumentata in maniera esponenziale negli ultimi tempi. Oltretutto la nostra Regione, anche a causa degli obblighi dettati dal Piano di Rientro Sanitario, si trova già a livelli altissimi in termini di tassazione fiscale senza che i cittadini abbiano avuto al contempo garantiti e finanziati adeguati servizi e prestazioni sociali. “Per la CISL – prosegue Tramonti – è necessario e inderogabile che il Governo Regionale inizi a predisporre interventi (compatibilmente con i vincoli della normativa vigente) mirati a ridurre la pressione fiscale prevedendo, analogamente a quanto avviene in altre Regioni, di introdurre un principio di progressività del prelievo oltre che agire sul sistema delle esenzioni, in modo da salvaguardare le aree più deboli che paradossalmente risultano essere le più colpite.

Tali iniziative si rendono ancor più inderogabili se si considera che anche ai Comuni vengono attribuiti poteri in materia di autonomia fiscale e quindi anche sulla facoltà di aumentare l’IRPEF per quanto di loro competenza. Per questi motivi – conclude Tramonti – la CISL rinnova la richiesta di concertare in Calabria un nuovo Patto Sociale che punti, tra l’altro, all’effettivo rilancio delle politiche sociali al fine di innalzare concretamente i livelli di inclusione e di cittadinanza a favore delle fasce più esposte, con l’obiettivo di garantire adeguati e dignitosi livelli di welfare per le nostre popolazioni. In un momento delicato come l’attuale, in cui anche alle Regioni viene imposto di partecipare in termini di tagli al risanamento del Paese, sarebbe opportuno che le risorse necessarie per il sociale vengano reperite anche attraverso ulteriori interventi sui costi della politica avviando, al contempo, un’opera di forte contrasto alla spesa improduttiva che nel tempo si è sedimentata nelle pieghe della macchina burocratica, amministrativa e istituzionale della Regione.”

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