04/01/12. Se nel portafoglio fosse rimasto ancora qualche spicciolo… prima che lady Spread o mister Debito Pubblico se lo portino via, meglio investirlo in qualche altro regalino. L’ultima delle ricorrenze di questo periodo, quella dell’Epifania, offre una più che valida occasione. Le calze vanno certamente riempite di dolciumi vari, specie in epoca di crisi nera ed amara… ma si potrebbe fare qualcosa in più, magari con l’aggiunta di qualche buon libro. Il primo regalo va alle signorine vibonesi in età da matrimonio. A loro sarebbe cosa buona e giusta regalare un libro di profonda ispirazione progressista: “Sposati e sii sottomessa” di Costanza Miriano. Con l’auspicio che possano così ritrovare la naturale collocazione sociale e familiare senza disperdere il loro patrimonio di cultura e identità in una tristissima realtà “emancipata”. Ai compagni (vocabolo scomparso dal linguaggio politico e che, quanto meno nel Devoto-Oli, dovrebbe ancora figurare) vibonesi, sempre più impelagati nella difficile arte di amministrare «con grande senso di responsabilità, nonostante le difficoltà del sistema» il regalo è d’obbligo: “Mussolini il rivoluzionario” di Renzo De Felice.
E ciò nell’auspicio che possano riscoprire il gusto del massimalismo e dell’azzardo (che in politica spesso è una virtù). Ai colleghi della carta stampata, una lettura profonda: “Il lupo e la luna” di Pietrangelo Buttafuoco. Per quale motivo? Perché nel romanzo dell’autore siciliano c’é guerra di idee, passioni sconfinate e spirito di partigianeria. Ingredienti necessari per il giornalismo del terzo millennio; specie in periferia. A molti componenti del clero, “impegnati” su mille fronti… tranne che in sagrestia, si suggerisce un testo poco conosciuto del Petrarca: “De vita solitaria”, con la speranza che si riscopra il senso della frugalità e il sacrosanto valore della solitudine prima e della contemplazione dell’Eterno poi. Agli avvocati, categoria sociale presente nell’area vibonese da secoli, un pamphlet delizioso: “Le bugie hanno le gambe lunghe” a firma di Luisa Ciuni ed Elena Mora. La ragione è molto semplice e, in passato, è stata rivelata da Jean-Paul Sartre: «L’essenza della retorica -affermava il pensatore d’oltralpe- è rendere la verità plausibile». E a proposito del tema (quello dei bugiardi, non della nobile arte forense), un “pensierino” anche per gli amministratori locali. Una breve (e non potrebbe essere diversamente, considerati i loro molteplici impegni istituzionali) raccolta di racconti: “I due bugiardi” scritto da Isaa Bashevis Singer, geniale scrittore ebraico. Un’indagine a trecentosessanta gradi sulla condizione umana. Proiettare il pensiero, di tanto in tanto, oltre i confini del proprio giardinetto non costituisce reato… Ultimo saggio, ai docenti vibonesi, nella loro specifica qualità di educatori. Il testo è di quelli imperdibili: “I maleducati. Contro la cafoneria quotidiana” di una brillante giornalista inglese, Lynne Truss. L’augurio è che possano invertire una tremenda linea culturale che fa leva su quattro pilastri: l’indolente relativismo morale, la bellicosa irriverenza sociale, l’infausta democratizzazione dei rapporti naturalmente regolati dalla gerarchia (padri-figli e docenti-discenti), il solipsistico egoismo. Ai più pigri si regali un qualsiasi dizionario grammaticale della lingua italiana. La speranza è che, consultato anche sporadicamente, espressioni e vocaboli tratti dalle civilizzate realtà urbane o dai social-network, come «tipo» (inserito in ogni frase…) e «assolutamente sì, assolutamente no» siano evitati come la peste. Auguri e… buona lettura.
Corrado L’Andolina
Pubblicato su Calabria Ora il 3 gennaio 2012, p. 27