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Alla riscoperta di antichi suoni: gli strumenti artigianali del maestro Francesco Braccio

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Il maestro Francesco Braccio con i suoi strumenti

28/12/11. Francesco Braccio, insegnante spilingese sposato con una brattiroese, vive ormai da parecchio tempo in una bellissima villetta di campagna all’entrata di Brattirò, frazione di Drapia. Persona colta, appassionata di musica e di tradizioni popolari, Braccio si da sempre da fare ed è spesso attivo nel volontariato e nell’associazionismo.

Nei giorni scorsi ci ha chiamato al telefono per dirci che aveva ritrovato una lira dalla forma e dal significato  particolare. La lira, strumento musicale di svariate e comunque simili forme, è tipico della tradizione calabrese e su di esso, come vedremo nel prosieguo,  uno come Braccio ha tante cose da dire.

Non ci siamo fatti anticipare nulla per telefono, abbiamo fissato un appuntamento e siamo andati a trovarlo. La sua abitazione di Brattirò sembra un museo: strumenti musicali costruiti artigianalmente in tutti gli angoli dell’appartamento. “Guarda questa” ci ha detto Braccio, impugnando una lira, appena ci siamo accomodati nel salone di casa.

Quello che ha in mano è uno strumento inconsueto, rarissimo. Si tratta di una lira dai lineamenti originali riconducibile alla tradizione locale, più precisamente brattiroese, che egli ha realizzato circa 20 anni fa assieme a Giuseppe Pugliese, compianto scultore di Brattirò scomparso nel gennaio 2009. Questa lira praticamente è uguale a quelle che fino a 40 anni fa i contadini del paese creavano artigianalmente. Questo “ritrovamento” di Braccio ha suscitato la nostra curiosità per cui ci siamo fatti  raccontare meglio: cos’è la lira; da dove nasce la passione di Braccio per questi “attrezzi”; e come fa a costruirli. La lira, come già detto, è uno strumento musicale. Essa produce un suono particolare. È costituita da una cassa armonica e da un “manico”, entrambi in legno. Le corde, le quali per produrre suono si accarezzano con un arco, un tempo erano delle budella, ma possono essere fatte con altro materiale (oggi nylon). Ogni paese del circondario di Tropea in passato aveva una sua lira, costruita dai contadini che si tramandavano questa tradizione oralmente.  Quella di Caria, ad esempio, era leggermente diversa da quella di Splilinga, pur essendo i paesi confinanti.

Lo stesso dicasi per quella di Brattirò che ha ritrovato Braccio. Nei primi anni ’90 egli è stato contagiato dalla passione per gli strumenti musicali antichi. Reginaldo D’Agostino di Spilinga, zio di Braccio e noto artista tra i più importanti della nostra regione nonché maestro, musicologo e costruttore di strumenti musicali,  aveva in passato scritto degli appunti sulle lire dei paesi della zona, sulle peculiarità e sulla forma di ognuno di questi strumenti. Braccio è rimasto estasiato da questa tradizione, ha imparato perciò con lo zio a costruire le lire e ha iniziato ad approfondire questo patrimonio culturale. Addirittura ha fatto la sua tesi di laurea in Padagogia proprio parlando della lira, spiegando come si costruisce e quali modelli esistevano un tempo nel vibonese( la tesi comunque affronta il metodo di insegnamento musicale). Nella stessa tesi vi sono le illustrazioni su tutti questi strumenti ormai quasi scomparsi. “Io non avrei mai iniziato a studiare queste tematiche se non avessi avuto imput dalla famiglia nella quale vivevo”, ha spiegato Braccio, “Ho respirato arte e musica da quando sono nato”, ha aggiunto facendo indirettamente riferimento a suo zio e ad altri suoi familiari appassionati di arte.

“Il mio obiettivo-ha poi specificato- non è costruire strumenti musicali da studio di incisione. La mia ricerca –ha precisato- ha come scopo quello di trovare il suono più vicino a quello di 40 anni fa”.Quello che praticamente interessa al maestro (che oggi è uno dei pochi del vibonese a costruire lire assieme a suo fratello) è riscoprire una tradizione autentica e riprodurre questi strumenti rifacendosi fedelmente ai modelli rustici creati fino a mezzo secolo fa dai contadini del circondario di Tropea. Una magnifica riscoperta che è cultura e che, grazie a Reginaldo ieri ed a Braccio oggi, continuerà ad essere tramandata.

SERVIZIO A CURA di MARIO VALLONE

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