9/12/11.Tornerà presto agli antichi splendori, già prima Pasqua, l’antico crocefisso ligneo caduto lo scorso mese di aprile dall’altare maggiore della chiesa matrice, dov’era stato esposto in occasione della Quaresima, riportando vari danni. Si tratta di un’opera con un alto valore, oltre che di fede, artistico, data l’antica datazione che lo farebbe provenire, secondo l’opinione prevalente, dal non più esistente monastero francescano della Santissima Trinità, costruito attorno al ‘600.
Dopo la lunga attesa, dovutaallo studio dell’azione migliore da intraprendere ed al rilascio del parere favorevole al progetto da parte della Commissione d’arte sacra diocesana e della Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico della regione, i resti della scultura saranno prelevati già mercoledì da esperti restauratori della “Monastia delle Clarisse restauri” di Vibo, a cui, dopo aver valutato i vari pareri, il parroco don Saro Lamari ha deciso di affidare le delicate operazioni di recupero. Nell’immediato, l’accadimento, dovuto al cedimento del piedistallo in legno su cui era adagiato il manufatto, aveva suscitato parecchio sconcerto tra i fedeli, che non avevano esitato ad interpretarlo come foriero di cattivi presagi, immaginando chissà quali disastri a venire: «Non è un buon segno – avevano detto tutti – Padre nostro salvaci tu».
Per fortuna, almeno sino ad oggi, il mondo non è venuto giù. Anzi, si potrebbe dire che la caduta, nella sua negatività, abbia avuto anche un aspetto prettamente positivo, in quanto le rotture hanno permesso di scoprire un pessimo stato di conservazione del legno, con ampi campi soggetti a tarlo che ora potranno essere trattati con la giusta perizia per ridare all’opera la sua originaria consistenza. Otto mesi fa, interpretando lo stato d’animo dell’intera cittadinanza, anche il primo cittadino Giuseppe Barilaro aveva voluto esprimere i propri sentimenti di incredulità e solidarietà alla comunità, promettendo «impegno pubblico e solenne ad attivare ogni forma di sensibilizzazione istituzionale per il recupero integrale di quello che è stato, e continuerà ad essere, il simbolo della religiosità della nostra comunità».
Il momento dell’impegno fattivo è giunto. Le operazioni di recupero, infatti, prevedono varie fasi ed avranno, come annunciato dallo stesso parroco durante la messa domenicale, un costo di oltre 7 mila euro, di cui un terzo nel momento del prelievo dell’opera. Al riguardo, don Saro, già nel pomeriggio di domenica, ha tenuto un incontro con i 2 consigli pastorali al fine di costituire una sorta di comitato con l’incarico di passare casa per casa a chiedere un contributo, a chi vuole e può, per finanziare il restauro. E, ne siamo certi, la risposta dei cittadini acquaresi per riavere un simbolo di fede a loro tanto caro non mancherà di arrivare.
VALERIO COLACI