Nel corso della seduta consiliare il sindaco Alessandro Porcelli ha fatto un breve riferimento anche alla lettera, firmata da Antonio Mamone di Drapia, apparsa sulle pagine di questo giornale proprio la mattina del giorno in cui si è tenuto il Consiglio.
Nella missiva l’autore criticava pesantemente non solo l’operato della Maggioranza ma anche quello della Minoranza. La prima veniva in sostanza accusata di immobilismo, e la seconda, in modo abbastanza diretto e polemico, di non fare a pieno il proprio dovere, di essere troppo benevola nei confronti degli amministratori.
Mamone ha lanciato questa provocazione verso tutti i componenti del civico consesso aggiungendo anche espressioni forti verso taluni Responsabili dei Servizi dell’apparato burocratico che avrebbero abusato del loro potere. Porcelli, verso la fine del Consiglio, ha chiesto ai consiglieri di minoranza se avessero letto la lettera ed eventualmente cosa ne pensavano.
Loro hanno risposto che non erano a conoscenza della pubblicazione, cosa che, francamente, ci sembra strana perché significa che, in pratica, 4 consiglieri comunali non hanno aperto il più importante giornale locale o nessuno, neppure i loro familiari o amici, lo ha fatto e ha detto loro della presenza di questo intervento che faceva esplicito e polemico riferimento all’operato della minoranza consiliare.
Questa “ignoranza”, cioè il non essersi accorti della pubblicazione, è comunque possibile, ma ci sembra alquanto improbabile.
“Non vedo presenti quelli in sala”, ha poi aggiunto il sindaco riferendosi all’autore della lettera e, visto l’uso del “quelli”, a coloro che eventualmente hanno contribuito, anche indirettamente, alla stesura dello scritto. Porcelli, con un pizzico di stizza, ha poi precisato che alcune parole adoperate da Mamone sono pesanti soprattutto quando il cittadino drapiese ha parlato di abuso nell’ esercizio dell’azione amministrativa perché, ha ribadito il primo cittadino, non vi è stato alcun abuso ma “io esercito solo le mie funzioni”.
Mario Vallone