Tranne qualche pioggerellina durante la mattinata di sabato, domenica è spuntato addirittura il sole, proprio alle ore 10:30, momento solenne e commovente dell’uscita della statua dei Santi dalla chiesa, annunciata da un fragoroso e festoso spettacolo pirotecnico.
I gloriosi Martiri, autentici pilastri della cristianità, hanno voluto che le cose andassero in questo modo e che fosse perciò possibile celebrare la festa. Brattirò, quindi, è stata letteralmente invasa da migliaia di fedeli e di pellegrini vogliosi di rendere visita ai Fratelli Medici. “La vostra presenza così numerosa e gioiosa, oggi, non testimonia questa fede, questo amore, verso i due Santi?” ha affermato, durante il suo intervento, padre Salvatore dell’ordine dei Liguorini di Tropea e oratore del panegirico della messa celebrata sul sagrato.
Dopo aver illustrato la loro vita, esempi di testimonianza di fede cristiana, e specificato i ben cinque martiri a cui furono sottoposti prima della decapitazione, lo stesso uomo di chiesa ha riconosciuto che “raccontare storie non basta e non può bastare. Noi uomini del terzo millennio occorre che ne traiamo l’insegnamento per vivere la nostra fede. E allora, che messaggio ci offrono, oggi, i nostri Medici? Innanzitutto, la professionalità.
Ciascuno di noi ha una professione, un lavoro, nella sua vita. Ebbene – ha proseguito il frate- avere professionalità nel proprio lavoro è segno di carità, non solo di civiltà. Chi esercita bene il lavoro serve meglio la società e i fratelli. Questo va detto soprattutto ai giovani che ora stanno studiando, perché studiare bene adesso li formerà professionalmente validi per il futuro e, quindi, per servire la società.” Dopo questo passaggio, l’apprezzata orazione, dal linguaggio semplice e comprensibile che va dritto al cuore, si è concentrata sui problemi dell’attualità, legati alla professione medica.
“Che commenti facciamo noi, quando sentiamo parlare di malasanità negli ospedali e di malservizio negli uffici statali o comunali? Diciamo che si va là solo per lo stipendio, per mungere risorse allo Stato ed alla comunità, mentre il luogo del lavoro deve essere il luogo dove, appunto, si serve la società e i fratelli.” Riferendosi, nella parte finale del suo discorso, alla “gratuità” dei Santi cosiddetti “Anargiri” (cioè che non chiedevano compensi per la loro attività medica), ha rimarcato che si tratta di “ un appello ancora oggi rivolto a noi per mettere al servizio della società i nostri doni, di non essere gelosi di noi stessi.” Padre Salvatore ha così specificato meglio il senso delle sue ultime esternazioni aggiungendo che “oggi la propria professione è considerata come una fonte di successo, di potere, di ricchezza, mentre per prima cosa deve essere un segno di comunione, di raggiungere l’altro e, quindi, la gratuità sta proprio in questa apertura verso gli altri e non essere gelosi di niente.”
L’evento è proseguito con la processione per le vie del paese trasportando a spalla le sacre statue, seguite da un interminabile corteo, e accompagnate dal suono della banda. Oltre alla consueta lunga sfilza di bancarelle e al divertente luna park, il programma civile del 27, curato dal comitato composto ogni anno a rotazione da brattiroesi doc, ha registrato l’asta delle offerte votive.
Fino a qualche decennio fa venivano “riffati” perlopiù dolci raffiguranti la parte del corpo che il fedele riteneva essere stata curata grazie all’intercessione dei Fratelli Medici (ad esempio: un dolce a forma di braccio o di gamba). Nel corso degli anni l’elenco dei beni offerti si è arricchito con tantissimi altri elementi, ed alimenti, talvolta bizzarri. I festeggiamenti mondani sono andati avanti fino a tarda sera con l’esibizione del noto cantante Fausto Leali. Lo spettacolo pirotecnico, un po’ diverso da quello delle altre edizioni e veramente molto bello, ha concluso la serata: si può affermare che la festa è pienamente riuscita.
Mario Vallone
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