Transennato il castello Galluppi di Caria

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I finanziamenti per il castello Galluppi sono disponibiil da quasi tre anni

Si sono verificati alcuni crolli al Castello Galluppi durante il tremendo e repentino temporale abbattutosi sulla zona nel primo pomeriggio dell’altro ieri. Non si tratta di cedimenti rilevanti, ma solo di alcuni pericolosi pezzi di materiale staccatisi dalla facciata.

Nessuna persona ha subito danni, ma l’amministrazione comunale ha deciso, a scopo precauzionale, di transennare l’edificio ai piedi del quale, su una “panca” di cemento, sono soliti sostare alcuni anziani per godersi le giornate di sole.

Il Palazzo Galluppi è situato nella frazione Caria, sulla strada provinciale che collega Vibo a Tropea passando per l’altopiano del Poro. Viene chiamato così perché, come  scritto esplicitamente su una targa posta all’esterno, era il domicilio estivo del filosofo tropeano.

Oltre ad un apprezzabile valore artistico, ricopre perciò un evidente significato culturale per tutto il circondario di Tropea.  Lo scorso mese di luglio il Comune è entrato in possesso del sito, completando la procedura di esproprio. La mossa del sindaco Porcelli è intervenuta dopo quasi 30 anni di dispute legali: da una parte i vari amministratori susseguitisi, dall’altra il proprietario.

Tali precedenti diatribe si sono sempre concluse con decisioni sfavorevoli per i pubblici poteri e la struttura, ormai da diversi decenni, è stata letteralmente abbandonata. Anche chi non è esperto di ingegneria e architettura si rende immediatamente conto, alla sola vista, che è molto pericolante. L’attuale primo cittadino non ha esclusivi meriti. Sta solo portando avanti il faticoso, ma poco fortunato, lavoro intrapreso dalle precedenti amministrazioni, in particolare l’ultima, la quale, per motivi principalmente burocratici, non era riuscita a prendere realmente in mano lo storico edificio. La famiglia che possedeva il Castello, per ora, ha chiesto una copia del verbale del sopralluogo effettuato dai tecnici del comune il giorno dell’entrata in possesso.

Nel frattempo sono iniziati i primi lavori di sistemazione del giardino annesso, utilizzando gli operai del Consorzio di Bonifica e, a breve,  si provvederà a transennare anche le altre zone più esposte a rischio.

Ma se non si dovesse intervenire con celerità ed in modo efficace sulla struttura il fatto dell’altro ieri, purtroppo, è destinato a ripetersi perché il Castello è veramente in pessimo stato. Non è certo bello vederlo transennato. Anche perché di strutture  transennate nel territorio comunale, purtroppo, ce ne sono altre: chiesetta S. Rocco (da quasi un anno) e chiesa di Gasponi (da più di quattro mesi). A ciò si dovrebbero aggiungere altri edifici di carattere storico-culturale abbandonati (ad esempio la chiesa di S. Agata, quella di S. Agostino e qualche altra) e di alcuni siti degradati (Campo S. Angelo, primo tra tutti, e Grotta di “Santu Liu”). Nel complesso, una situazione imbarazzante e squallida, non certo edificante soprattutto agli occhi dei numerosi turisti che in estate affollano Tropea e decidono di far visita al territorio di Drapia, nell’immediato entroterra. Salendo dalla cittadina tirrenica, lungo la provinciale 17 e poi 19, infatti, si incontrano, ai bordi della strada, quasi tutti questi edifici e luoghi abbandonati, a partire appunto dal campo di S. Angelo, fino al rudere di Torre Galli. Uno spettacolo desolante ed una brutta immagine offerta ai gentili visitatori. Nella maggior parte di questi casi citati l’amministrazione, direttamente, può fare poco perché le strutture non sono di proprietà pubblica. Chi amministra, dovrebbe, tuttavia, a nostro avviso sfruttare la propria autorità per sviluppare strategie di intervento, anche indiretto, per recuperare, almeno in parte, il patrimonio degradato e ridare decoro al territorio rendendolo più attrattivo per collegarsi così ai flussi turistici con maggiore convinzione. Spronare i proprietari a riqualificare gli edifici, oppure, se non dispongono delle risorse per fare ciò, convincerli a donarle al Comune che cercherà di ottenere fondi per ristrutturale: questa ci sembra essere una strada praticabile.

Un’interessante alternativa, sempre secondo noi, sarebbe dare l’impulso per la creazione di un soggetto, ad esempio una Fondazione, che inserisca tra i suoi scopi interventi a favore degli edifici storici abbandonati. Insomma, anche se non si dispone di poteri immediati e tangibili, bisogna comunque, in qualche modo, agire, altrimenti, l’elenco degli edifici pericolanti e transennati nel territorio comunale è destinato, ahimé, ad aumentare.

Mario Vallone

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